Aggiornamenti recenti Aprile 19th, 2024 9:00 AM
Lug 23, 2016 Marco Schiaffino Hacking, News, Privacy 0
Quanta sicurezza garantiscono i sistemi di autenticazione biometrici? Stando alle ultime news che arrivano dagli USA, non molta. Come riportato da Rose Eveleth, infatti, la polizia starebbe provando ad accedere a uno smartphone utilizzando una copia di un’impronta digitale realizzata con una stampante 3D.
Il caso è quello di un omicidio su cui stanno investigando gli agenti del Michigan, che ritengono di poter acquisire informazioni utili dai dati contenuti nello smartphone della vittima. Di qui l’idea di utilizzare il sistema di riconoscimento delle impronte digitali per accedere al telefono.
Per raggiungere l’obiettivo, le forze di polizia si sono rivolte ad Anil Jain, professore dell’Università del Michigan ed esperto di sistemi di riconoscimenti biometrici, che avrebbe collaborato con gli agenti per cercare di ingannare il lettore di impronte.
Jain ha spiegato che la sua collaborazione si è resa necessaria per superare gli ostacoli tecnici legati all’utilizzo di un modello stampato in 3D. La maggior parte dei sistemi di rilevamento delle impronte, infatti, sono capacitativi.
Questo significa che il loro funzionamento è possibile solo quando vengono a contatto con un materiale che ha caratteristiche di conduttore, come il corpo umano. I materiali plastici usati per le stampe in 3D non hanno caratteristiche simili e, di conseguenza, non permettono il funzionamento del sensore.
Per ovviare a questo problema, Jain ha rivestito il modello con un sottilissimo strato di particelle metalliche che dovrebbero permettere il normale funzionamento del sistema.
La riproduzione delle impronte digitali, invece, non è stata un problema. La vittima era infatti stata schedata in passato e la polizia è in possesso delle sue impronte digitali. Non sapendo quale dito fosse stato usato per il sistema di riconoscimento, però, Jain le ha dovute riprodurre tutte e dieci. L’indagine è ancora in corso, quindi non è ancora possibile sapere se lo stratagemma abbia avuto successo o meno.
Come fa notare la stessa Rose EVeleth, però, il piano della polizia statunitense potrebbe avere una (notevole) falla. La maggior parte dei sistemi di riconoscimento implementati sugli smartphone, infatti, richiedono l’inserimento del PIN dopo un certo periodo di tempo che non si accede al dispositivo. Chissà se i prodi agenti ci hanno pensato.
Apr 18, 2024 0
Mar 19, 2024 0
Mar 04, 2024 0
Feb 22, 2024 0
Apr 19, 2024 0
Apr 18, 2024 0
Apr 17, 2024 0
Apr 17, 2024 0
Apr 18, 2024 0
La corsa all’IA generativa ha spinto i produttori di...Apr 16, 2024 0
LockBit continua a colpire le organizzazioni di tutto il...Apr 15, 2024 0
Il 41% delle imprese italiane subisce mensilmente attacchi...Apr 12, 2024 0
In occasione del Privacy Tour 2024, l’iniziativa del...Apr 11, 2024 0
Secondo l’ultimo report di Sophos, “It’s Oh...Mag 04, 2018 0
E se vi dicessimo che la saga di Star Wars ...Nov 14, 2016 2
Abbiamo rubato al blog di Kaspersky un vecchio pezzo di...Nov 08, 2016 2
Il numero uno degli scacchi mondiali Magnus Carlsen ha...Ott 28, 2016 0
Il pirata informatico che ha creato il ransomware cerca...Ott 11, 2016 0
Dopo la raffica di figuracce, l’azienda sospende per...Apr 19, 2024 0
Il mondo del cybercrimine continua a mettere in difficoltà...Apr 18, 2024 0
La corsa all’IA generativa ha spinto i produttori di...Apr 18, 2024 0
I ricercatori di Cisco Talos hanno individuato un...Apr 17, 2024 0
“In un contesto di crescente fragilità, gli sforzi di...Apr 17, 2024 0
I mantainer di PuTTY, il client open-source di SSH e...