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Lug 22, 2016 Marco Schiaffino Hacking, News, Privacy, Scenario 0
Per giornalisti e attivisti per i diritti umani lo smartphone è un ottimo compagno di viaggio e un prezioso strumento di lavoro, ma anche un fattore di rischio. Le funzioni di geo-localizzazione e i collegamenti con le celle telefoniche lo rendono infatti facilmente rintracciabile, soprattutto da parte di servizi segreti e forze di polizia.
A “disinnescare” il pericolo potrebbe essere un progetto portato avanti da Edward Snowden in collaborazione con Andrew “Bunnie” Huang. I due hanno pubblicato un post in cui annunciano la realizzazione di una cover per smartphone (per il momento compatibile solo con iPhone 6) che consentirebbe di “isolare” il dispositivo e renderlo così irrintracciabile.
Nel post in cui annunciano il loro progetto, i due spiegano che a oggi gli smartphone rappresentano un vero e proprio sistema di localizzazione utilizzabile dai servizi segreti al soldo dei regimi autoritari per tracciare e tenere sotto controllo inviati speciali, dissidenti e attivisti.
Qualsiasi smartphone, infatti, comunica costantemente con l’ambiente circostante anche quando viene impostato per essere “silente”. Peggio ancora, se colpito da un malware specifico, può funzionare come un vero cercapersone, che consente di individuare il proprietario in qualsiasi momento e con un’accuratezza inquietante.
La contromisura proposta da Snowden e Huang prevede un doppio passaggio: la modifica dello smartphone e l’utilizzo di un dispositivo aggiuntivo, simile a una cover dotata di batteria aggiuntiva, che hanno chiamato “Introspective Engine” e che consentirebbe la misurazione e il blocco delle trasmissioni indesiderate.
La cover sarebbe dotata di una batteria indipendente e di un display che consente di verificare lo stato dello smartphone e attivare o disattivare il blocco delle trasmissioni consentendo di “svanire” letteralmente dai radar di eventuali spioni, bloccando GPS, Wi-FI, GSM e Bluetooth.
Il concept dell’Introspective Engine è stato presentato al MIT Media Lab, ma Snowden e Huang contano di riuscire a realizzare in tempi brevi un dispositivo funzionante. Il progetto è supportato anche dalla Freedom of the Press Foundation.
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