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Dic 14, 2017 Marco Schiaffino In evidenza, News, RSS, Vulnerabilità 0
A volte ritornano, anche dopo 19 anni. A farlo, questa volta, è una vulnerabilità del sistema del protocollo crittografico TLS che si pensava fosse stata definitivamente risolta.
La nuova falla è stata battezzata con il nome di ROBOT (Return Of Bleichenbacher’s Oracle Threat) ed è una variante sul tema di quella individuata dal ricercatore Daniel Bleichenbacher nel 1998.
A quei tempi, Bleichenbacher si era accorto di un problema nel sistema con cui veniva gestita la chiave crittografica nelle connessioni TLS basate su RSA.
Come spiegano Hanno Böck, Juraj Somorovsky e Craig Young in un sito dedicato, il tallone d’Achille delle connessioni TLS è PKCS #1 v1.5, lo standard usato per la creazione delle chiavi pubbliche basate su RSA.
L’attacco, in pratica, sfrutta delle richieste confezionate ad hoc per ottenere informazioni che consentono di risalire alla chiave utilizzata per crittografare i dati trasmessi tra il server e il browser del visitatore.
Un pirata informatico che riuscisse a sfruttarla, potrebbe quindi intercettare il traffico e decrittarlo in un secondo momento, utilizzando la chiave ottenuta.
I ricercatori che hanno teorizzato (e applicato) ROBOT spiegano che la loro tecnica non è altro che una lieve variante dell’attacco originale e che riguarda esclusivamente i siti che usano la crittografia tramite RSA. Altri sistemi crittografici che usano il sistema di scambio di chiavi Elliptic Curve Diffie Hellman, sono immuni.
Stando a quanto spiegano nel report, il problema è legato al fatto che dopo la scoperta della vulnerabilità nel 1998 gli standard non sono stati modificati alla radice, ma sono stati introdotti una serie di strumenti di mitigazione del rischio di una complessità che i ricercatori definiscono “sconcertante”.
La vulnerabilità di molti siti Internet (come Facebook e Paypal) sarebbe dovuta proprio a una scorretta implementazione degli strumenti di mitigazione. La soluzione? Semplice: disattivare la crittografia basata su RSA, cioè tutte quei sistemi il cui nome cominciano per TLS_RSA.
Per il momento, i ricercatori non hanno ancora pubblicato un Proof of Concept per lasciare il tempo agli amministratori IT di correggere le impostazioni dei siti vulnerabili. Ma lo faranno.
Il rischio, purtroppo, è questo avvenga solo per i siti più famosi e che la vulnerabilità affligga i “piccoli” ancora per molto tempo.
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