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Mar 28, 2018 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario 1
Continuiamo a sentire esperti di sicurezza che lanciano allarmi riguardo al fatto che il cyber-crimine è in costante crescita, ma spesso archiviamo queste affermazioni come qualcosa di “normale”. Beh, non è così “normale”.
Se andiamo a guardare i dati, infatti, ci rendiamo conto che i toni apocalittici usati da alcuni ricercatori sono decisamente fondati.
A offrire un quadro molto dettagliato della situazione è G Data, che in una ricerca riassume 10 anni di rilevazioni. Analizzando i dati viene da mettersi le mani nei capelli.
Se nel 2007 i laboratori hanno registrato circa 130.000 nuove versioni di malware comparse nel corso dell’anno, questo numero è cresciuto esponenzialmente negli anni, arrivando a 8.400.058 nel 2017. Facendo qualche calcolo, significa che stiamo parlando di 959 nuovi malware individuati all’ora, ovvero 16 per minuto.
Il 2017 ha segnato un aumento del 22,9% rispetto all’anno precedente, secondo solo al “salto” tra 2013 e 2014 in cui il numero di nuovi esemplari individuati è quasi raddoppiato in 12 mesi.
Analizzando le tipologie dei malware, si scopre che la stragrande maggioranza (87%) sono trojan, categoria seguita dagli Adware (13%) e dai software indesiderati (Potentially Unwanted Programs o “PUP”) che hanno rappresentato il 3,3% del totale. In coda si trovano invece backdoor, worm e ransomware.
Il dato può stupire, soprattutto considerando che i ransomware sembrano essere stati i protagonisti assoluti del 2017. In realtà dobbiamo tenere conto che questi dati si riferiscono alle varianti individuate. Per capirne l’impatto bisogna cambiare prospettiva e considerare l’effettivo numero di attacchi.
Secondo quanto riporta G Data, però, c’è poco da stare allegri anche sotto questo punto di vista. Le statistiche elaborate dalla società di sicurezza si riferiscono al secondo semestre del 2017 e indicano il numero di attacchi prevenuti al giorno ogni 1.000 utenti.
La media nel periodo preso in esame è di 120 attacchi, il che significa che ogni giorno un utente su otto finisce nel mirino di un malware.
La maggior parte (67,6%) in realtà non sono veri e propri malware (a cui sono riconducibili soli il 32,4% degli attacchi) ma i cosiddetti PUP, i programmi potenzialmente indesiderati che continuano a rappresentare una delle più grosse scocciature per gli utenti PC.
Tra questi sono compresi anche i miner per cripto-valute, che come ci si può aspettare se si è seguita la cronaca recente, fanno la parte del leone e rappresentano l’8,5% del totale. Secondo i ricercatori di G Data, nei dati aggregati i più diffusi sarebbero comunque i PUP che puntano a sfruttare come strumento di monetizzazione la pubblicità, sia attraverso clic fraudolenti, sia attraverso la semplice visualizzazione.
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One thought on “Crescita esponenziale dei malware: più 22,9% in un anno”