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Giu 14, 2018 Marco Schiaffino Attacchi, Hacking, Malware, News, RSS 1
Erano 17 i pacchetti (o “immagini”) infetti caricati sul repository ufficiale di Docker, la piattaforma open source che consente di creare cluster di applicazioni in ambiente Linux.
A raccontarlo è la società di sicurezza Kromtech, che in un report illustra i dettagli dell’attacco che ha potenzialmente coinvolto migliaia di utenti di Docker.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente? In sintesi, Docker è una piattaforma che permette di creare dei “pacchetti” (container) che contengono applicazioni in grado di girare su cloud come se fossero su una macchina virtuale, ma senza che sia necessaria la presenza di un intero sistema operativo per supportarle.
La loro gestione su piattaforma cloud è affidata a un’altra piattaforma chiamata Kubernetes, supportata da tutti ii maggiori servizi cloud come Red Hat OpenShift, Docker EE, Rancher, IBM Cloud, AWS EKS, Azure, SUSE CaaS, e Google Cloud.
Kubernetes, spiegano i ricercatori di Kromtech, ha ultimamente attirato l’attenzione di molti pirati informatici, interessati a fare breccia nella piattaforma per garantirsi l’accesso a sistemi con grandi capacità di calcolo che rappresentano una vera pacchia per chi si dedica al crypto-jacking.
Il motivo è evidente: se un cyber-criminale riesce a installare un software per generare cripto-valuta su un servizio cloud di qualcun altro può incassare migliaia di euro alle spalle della sventurata vittima, che pagherà l’affitto dei servizi senza sapere che qualcuno si sta arricchendo a sue spese.
Nel caso specifico, i cyber-criminali non hanno cercato di violare i sistemi dei servizi cloud, ma hanno inserito i software per la generazione di cripto-valuta all’interno delle immagini Docker.
Le immagini sono delle “istantanee” degli applicativi creati con Docker, che possono essere avviati con semplicità quando serve. Docker mette a disposizione anche un repository pubblico con una raccolta di immagini che possono essere scaricate liberamente.
Tutte le immagini in questione state caricate dallo stesso utente, registrato con il nome di docker123321, che avrebbe agito indisturbato per almeno un anno (da maggio 2017 a maggio 2018) nonostante ci fossero segnalazioni riguardo a comportamenti sospetti.
All’interno delle immagini i pirati hanno inserito codice aggiuntivo che avvia una serie di comandi e apre una shell attraverso la quale i cyber-criminali possono interagire con il sistema.
Nonostante siano stati rilevati solo software per il Crypto-Jacking, fanno notare i ricercatori, le backdoor distribuite da docker123321 avrebbero consentito di portare a termine qualsiasi tipo di azione, compresa l’esecuzione di un ransomware.
Ora tutte le immagini infette sono state rimosse e dalle parti di Docker sembrano aver preso l’impegno di controllare con maggiore accuratezza il loro repository.
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One thought on “Backdoor e cripto-miner nei pacchetti sul repository di Docker”