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Apr 09, 2019 Marco Schiaffino News, RSS, Scenario, Tecnologia 0
Se i problemi per la sicurezza informatica non mancano nemmeno per il presente, nell’ottica futura una delle maggiori preoccupazioni è quella relativa alla tenuta dei sistemi di crittografia. E a preoccupare non è solo il possibile avvento dei computer quantistici, che rischia di travolgere gli algoritmi attualmente in uso.
A turbare il sonno degli sviluppatori è anche la possibilità che una semplice vulnerabilità possa consentire di violare dei sistemi che oggi rappresentano il cardine stesso nella sicurezza delle comunicazioni.
Ma è possibile mettere a punto un sistema di crittografia a prova di bug? A provarci è un gruppo di ricercatori che si è riunito intorno al Project Everest, che ha cercato di applicare una strategia chiamata “verifica formale” unendo i principi della matematica a quella della programmazione.
La logica, in pratica, è quella di rendere il codice verificabile attraverso principi matematici, es0cludendo così la possibilità di “comportamenti indesiderati” che possano trasformarsi in bug utilizzabili per violare la crittografia.
Per farlo, i ricercatori hanno addirittura creato una piattaforma ad hoc, chiamata F*, che secondo i membri del team unisce la capacità di C++ alla sintassi nella struttura di programmi come Isabelle e Coq.
In un articolo pubblicato da QuantaMagazine.org riassumono il concetto in pochi termini chiave: “Puoi scrivere software come se fossi uno sviluppatore di software, ma allo stesso tempo puoi scrivere una dimostrazione come se fossi un teorico”.
Il risultato è EverCript, una libreria crittografica a “prova di bomba” in cui sono stati eliminati alcuni degli aspetti più deboli di questo tipo di componenti. A partire, per esempio, dalle differenze di elaborazione nei dati, che permettono attacchi side-channel come i timing attack.
Siamo quindi all’alba di un nuovo giorno per la crittografia? Non proprio. Anche se EverCript offre la garanzia di non contenere errori di codice, rimane l’incognita della sua implementazione.
Quando verrà utilizzata in abbinata con sistemi operativi e software, infatti, le variabili aumenteranno e la possibilità che da qualche parte ci sia un cortocircuito in grado di “sporcare” il tutto.
Il passaggio, però, potrebbe dimostrarsi di fondamentale importanza per andare verso sistemi più sicuri di quelli attuali. Soprattutto se il Project Everest proseguirà (come è nelle intenzioni dei ricercatori) con il compito di circondare EverCript con altri elementi software verificati.
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