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Giu 28, 2019 Marco Schiaffino Attacchi, Malware, News, RSS 1
Il detto “gallina vecchia fa buon brodo”, secondo qualcuno, può valere anche per gli attacchi informatici. A dimostrarlo è un report del gruppo Cisco Talos, che analizza le caratteristiche di un nuovo Exploit Kit battezzato con il nome di Spelevo.
Il nuovo strumento di attacco, infatti, sfrutta una serie di vulnerabilità che potremmo definire “vintage” e che prendono di mira Internet Explorer e i plugin di Adobe Flash. Programmi che, nelle speranze di molti, dovrebbero essere confinati nell’archeologia informatica, ma che evidentemente hanno ancora un loro appeal.
Spelevo è un classico Exploit Kit, programmato per analizzare le caratteristiche della macchina che si collega al sito Internet controllato dai pirati informatici e individuare la presenza di vulnerabilità che possono essere sfruttate per avviare l’installazione di un malware.
In questo caso, i pirati informatici hanno scelto di usare una vulnerabilità di Internet Explorer (CVE-2018-8174) e due di Flash (CVE-2018-15982 e CVE-2018-4878) scoperte l’anno scorso. In teoria l’uso di exploit come questi non dovrebbe rappresentare un grande pericolo (Internet Explorer, secondo le statistiche, viene utilizzato solo dal 5% degli utenti) ma l’utilizzo attraverso un Exploit Kit consente ai cyber-criminali di lavorare su “grandi numeri” e rappresenta, di conseguenza, una minaccia concreta.
Anche perché gli autori di Spelevo hanno messo in piedi un sistema di reindirizzamento tra diverse pagine Web che hanno come scopo quello di ingannare la potenziale vittima per farle credere che il collegamento al sito sia fallito a causa di un errore e di essere stata indirizzata alla pagina principale di Google.
Come si vede nel video qui sopra, l’attacco è completamente invisibile, ache se un’analisi della pagina caricata rivela il codice malevolo usato dai pirati.
I payload distribuiti da Spelevo, coerentemente con l’orientamento “classico” dei pirati informatici che lo utilizzano, sono due grandi classici degli ultimi anni: IceD e Dridex.
Si tratta di due trojan che prendono di mira gli account di home banking e con i quali gli esperti di sicurezza hanno avuto a che fare negli ultimi due anni. Dridex, in particolare, sembra saltare fuori periodicamente utilizzando vettori di attacco sempre diversi.
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