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Giu 11, 2021 Marco Schiaffino Gestione dati, In evidenza, News, Scenario 0
Una vera emergenza a livello mondiale. Le truffe online (scam) hanno raggiunto una diffusione tale da rappresentare il problema più rilevante per qualsiasi azienda operi su Internet.
A spiegarlo sono gli esperti di Group-IB, che nel corso del Digital Risk Summit 2021, tenutosi ieri attraverso la consueta modalità “virtuale” dettata dalla pandemia, ha fatto il punto sulle tecniche utilizzate dai pirati informatici e sulle minacce più pericolose in circolazione.
Proprio l’emergenza sanitaria e il massiccio ricorso a strumenti digitali per compensare l’impossibilità di spostarsi sarebbe uno dei fattori che ha portato a questa accelerazione.
I dati riportati sono impressionanti: nel 2020 il numero di violazioni imputabili a scam e phishing identificate da Group-IB in Europa è infatti cresciuto del 39% rispetto all’anno precedente, nella Comunità degli Stati Indipendenti (CIS) del 35%, nella regione Asia-Pacifico dell’88%, e in Medio Oriente del 27.5%
“Lo scorso anno il mondo è stato colpito dalla SCAMdemia” spiega Giulio Vada, responsabile dello sviluppo commerciale di Group-IB in Italia. “In Italia, merci e/o pagamenti mai pervenuti sono, di gran lunga, la violazione più ricorrente lamentata dall’industria della moda e in generale dagli e-tailer. Le frodi online basate su Covid-19, la vendita di beni di consumo contraffatti e pubblicità ingannevoli si sono aggiunte alla lunga lista di minacce online ai danni di noti marchi”.
Tra gli esempi portati nel corso della conferenza, quello di una frode multilivello battezzata con il nome di Rabbit Hole. L’obiettivo dei suoi autori era quello di utilizzare marchi aziendali prendendo di mira principalmente il settore del commercio e dei servizi online.
Gli strumenti utilizzati sono stati social network o app per la messaggistica istantanea, attraverso i quali i truffatori hanno inviato migliaia di messaggi agli utenti, sfruttando come schermo degli inviti a giochi a premi od offerte promozionali.
Una strategia che ha permesso ai pirati di dirottare gli utenti su siti fasulli e registrare in questo modo oltre 40.000 visite. Obiettivo: sottrarre credenziali e dati delle carte di credito.
Come evidenziano i ricercatori dell’azienda, questa tipologia di truffa è sempre più difficile da individuare, anche grazie al fatto che i criminali utilizzano accorgimenti come l’uso di domini di terzo livello, più difficili da individuare.
La soluzione, spiegano dalle parti di Group-IB è quella di ricorrere a tecnologie di nuova generazione (reti neurali e punteggio adattivo) per creare sistemi automatizzati in grado di identificare e categorizzare le truffe che prendono di mira specifiche imprese.
Una strategia che, secondo i relatori, in un anno ha consentito alle aziende nelle regioni Asia-Pacifico, Russia, Europa e nel Medio Oriente di risparmiare 443 milioni di dollari prevenendo potenziali danni.
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