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Dic 01, 2021 Marco Schiaffino In evidenza, Mercato, News, Scenario 0
Troppi rischiosi anche per un colosso del settore assicurativo come i Lloyd’s di Londra. I danni provocati dagli attacchi dei gruppi APT (Advanced Persistent Threat) legati a governi nazionali non verranno più risarciti.
La novità è stata comunicata dalla stessa società con la pubblicazione di quattro nuove clausole di esclusione per “Cyber War and Cyber Operation”.
La logica, stando a quanto dichiarato da fonti della compagnia assicuratrice, segue una prassi dei Lloyd’s che prevede di escludere nei contratti assicurativi tutti gli eventi che siano collegati a eventi di guerra. La “cyber war”, di conseguenza, rientrerebbe in pieno in questa politica.
Al di là della logica che sottende la decisione, si aprono adesso una serie di problemi, legati a un elemento che ha un ruolo fondamentale nella definizione di “atto di cyber war”: l’attribuzione.
Nel documento si chiarisce infatti che per l’esclusione non è necessaria un’attribuzione ufficiale, ma è sufficiente “un riferimento oggettivamente ragionevole” per attribuire gli attacchi informatici ad attività statali.
Insomma: il campo è molto ampio e sembra, in buona sostanza, che la decisione rimanga in capo alla stessa società di assicurazioni.
A preoccupare, però, possono essere le conseguenze che tutto questo può avere sul panorama della cyber security e sulle possibili evoluzioni nel modus operandi dei pirati informatici.
La prassi di inserire una o più “false flag” (indizi che inducono ad attribuire l’attacco a un altro attore – ndr) è già piuttosto comune nel mondo degli APT. In seguito a questa notizia, potrebbe presto essere seguita anche dai criminali comuni, soprattutto nell’ambito degli attacchi ransomware.
Già due anni fa, i pirati informatici del gruppo Sodinikibi (poi conosciuti come REvil) avevano utilizzato le sanzioni del GDPR come leva per indurre le vittime a pagare il riscatto.
Se la politica dei Lloyd’s di Londra dovesse essere adottata anche da altre compagnie di assicurazione, l’inserimento di una false flag che possa portare all’attribuzione a un governo potrebbe diventare un escamotage per esercitare una (ancora) maggiore pressione sulle aziende vittima dell’attacco.
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