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Gen 21, 2022 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, News, Vulnerabilità 0
Conti correnti svuotati durante il weekend e, dopo aver negato l’avvenuto, nella giornata di martedì Crypto.com ha dovuto ammettere che il furto è effettivamente stato messo a segno.
L’elemento preoccupante, al di là dei 34,6 milioni di dollari sottratti agli utenti, è che l’attacco informatico è riuscito nonostante l’implementazione di un sistema di autenticazione a due fattori.
Secondo quanto è emerso finora, i pirati informatici non avrebbero utilizzato tecniche di phishing o SIM swapping, ma avrebbero trovato il modo di aggirare il sistema di autenticazione per consentire prelievi senza l’autorizzazione connessa al sistema 2FA.
La ricostruzione dell’incidente pubblicata su Internet dalla stessa società, in realtà, è un bellissimo esempio di come si possa coniugare “trasparenza” e minimizzazione di quanto avvenuto. Nel report, infatti, si legge che le perdite ammontano a “4,836.26 ETH, 443.93 Bitcoin e approssimativamente 66.200 dollari in altre criptovalute.
È un modo per dirlo. Facendo i conti, però, stiamo parlando di 13,7 milioni di dollari in ETH, 17 milioni in Bitcoin e spiccioli in altre criptovalute.
L’elemento più rilevante, però, è il fatto che Cypto.com abbia revocato tutti i token dei suoi utenti e, in quello che viene definito “un eccesso di cautela”, modificato lo stesso sistema di autenticazione a due fattori.
Per il futuro, la piattaforma ha annunciato l’attivazione di un programma mondiale chiamato Account Protection Program (APP), che prevederà il risarcimento automatico fino a un massimo di 250.000 dollari in caso di prelievi non autorizzati.
Insomma: l’intera vicenda può essere letta come un segnale per cui gli stessi operatori del settore considerano “endemica” la possibilità che avvenga un furto ai danni dei suoi utenti. In altre parole: non ci sono sistemi di sicurezza che tengano.
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