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Dic 05, 2023 Marina Londei Approfondimenti, Attacchi, Hacking, In evidenza, Minacce, RSS 0
Negli ultimi anni i cyberattaccanti nord-coreani hanno incrementato notevolmente il volume di attacchi contro l’industria delle criptovalute, riuscendo a rubare più di 3 miliardi di dollari: è la stima dei ricercatori di Recorded Future, una delle più grandi compagnie di intelligence statunitensi.
In un recente report, Recorded Future ha analizzato le operazioni dei gruppi cybercriminali tracciando l’evoluzione degli attacchi e i loro impatti. Le attività degli attaccanti sono cominciate nel 2017, durante la prima bolla delle criptovalute, e inizialmente si sono concentrate sul mercato sud-coreano prima di espandersi globalmente.
Solo nel 2022 i cybercriminali sono riusciti a rubare più di 1,7 miliardi di dollari, ovvero il 44% delle criptovalute rubate a livello globale in quell’anno, probabilmente per finanziare programmi militari e di armamenti.
Anche il 2023 è stato un anno molto proficuo per gli attaccanti nord-coreani: Recorded Future riporta che tra gennaio e agosto APT38 ha rubato 200 milioni di dollari in criptovalute, divisi tra Atomic Wallet, AlphaPo e CoinsPaid.
Qualcuno potrebbe stupirsi del fatto che una società così chiusa e severamente controllata sia in grado di accedere alle ultime tecnologie e sferrare attacchi di questo genere; il motivo è che è il regime stesso a coordinare queste operazioni, rimanendo sempre aggiornato sugli ultimi trend del cybercrimine.
“Anche se i movimenti all’interno e all’esterno del paese sono fortemente limitati e la popolazione è isolata dal resto del mondo, l’élite al comando del regime e il gruppo di professionisti informatici altamente qualificati hanno un accesso privilegiato alle nuove tecnologie e alle informazioni” hanno spiegato i ricercatori.
Le operazioni di questi gruppi sono una parte fondamentale dell’economia del Paese: nel 2022 le criptovalute rubate hanno eguagliato approssimativamente il 5% dell’economia della Corea del Nord. Prendendo in esame lo stesso anno e considerando che il budget militare stimato è di 4 miliardi, il Paese potrebbe finanziarne il 45% solo coi furti di criptovalute.
“Anche se non è chiaro quanto delle criptovalute rubate finisce direttamente nelle attività di sviluppo e test missilistici, è evidente che negli ultimi anni la quantità di asset rubati e di lanci missilistici sono aumentati drammaticamente” si legge nel report.
Visto il successo degli attacchi, possiamo aspettarci che nei prossimi anni la Corea del Nord continui a supportare questi gruppi per condurre nuove campagne; inoltre, è possibile che altre nazioni sanzionate, prime tra tutte la Russia, provino a eguagliare il successo delle operazioni nord-coreane.
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