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Mag 07, 2024 Marina Londei In evidenza, News, Phishing 0
Gli attacchi di phishing non si fermano e i marchi tecnologici sono tra i più imitati nelle campagne contro gli utenti: secondo l’ultima analisi di Check Point Research relativa al primo trimestre 2024, il Brand Phishing report, Microsoft e Google sono stati i brand più colpiti, rispettivamente con il 38% e l’11% degli attacchi.
Al terzo posto troviamo LinkedIn, seguito da Apple, DHL e Amazon, mentre Airbnb ha fatto un avanzamento significativo fino alla decima posizione, entrando per la prima volta tra i top brand più imitati nelle campagne di phishing. La scalata è stata influenzata dalla stagione pasquale che ha portato a un aumento di prenotazioni e quindi a una maggiore visibilità della piattaforma.
Il settore tecnologico è rimasto quello più imitato nel brand phishing, seguito dai social network e dal settore bancario. Diffusi negli ambienti di lavoro, i marchi tecnologici rappresentano un punto di accesso molto redditizio alle risorse aziendali per i cybercriminali. Spesso i software vengono usati con le credenziali internet dei dipendenti e la loro esposizione è un rischio molto maggiore rispetto alla divulgazione dei dati personali usati nei social media, nelle spedizioni o nelle applicazioni bancarie.
“Alla luce della persistente minaccia rappresentata dall’impersonificazione dei marchi, è imperativo che gli utenti mantengano un livello di attenzione più elevato ed esercitino cautela quando sono alle prese con e-mail o messaggi apparentemente provenienti da marchi affidabili” ha commentato Omer Dembinsky, Data Group Manager di Check Point Software.
Pixabay
Tra le campagne più degne di nota, i ricercatori di Check Point Software segnalano quella ai danni degli utenti di Microsoft Outlook. I cybercriminali inviano messaggi di posta fraudolenti che richiedono alle vittime azioni immediate o la lettura di avvisi urgenti e riportano a un sito web di phishing con la tipica pagina di login del servizio. La campagna mira a ingannare gli utenti a fornire le proprie credenziali e rivelare informazioni sensibili.
Nel primo trimestre 2024, la compagnia ha inoltre osservato una campagna che distribuiva e-mail ingannevoli da parte di DHL Express con presunti aggiornamenti critici sulle spedizioni. Le e-mail facevano leva sull’urgenza e riportavano gli utenti a un sito web che fingeva di essere un servizio legittimo che richiedeva un pagamento per sbloccare la consegna del pacco.
“Rimanendo vigili e adottando pratiche di sicurezza informatica proattive, gli utenti possono ridurre il rischio di cadere vittime delle tattiche dei criminali informatici” ha concluso Dembinsky.
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