Cloud computing: per il Consorzio Italia Cloud bisogna ridurre la dipendenza da fornitori esteri

Lug 24, 2024 Marina Londei Approfondimenti, Gestione dati, Gestione dati, In evidenza, News, RSS 0

Con l’obiettivo di assicurare un adeguato livello di cybersicurezza in Italia, il Consorzio Italia Cloud, organismo che raggruppa le aziende italiane attive nella filiera del cloud computing, ha inviato un contributo scritto alle Commissioni I e IX della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del recepimento della direttiva NIS2 per evidenziare la necessità di promuovere la filiera italiana di cybersecurity e ridurre la dipendenza da fornitori di servizi esteri, soprattutto extraeuropei.

Nel documento, consultabile sul sito della Camera dei Deputati, il Consorzio analizza gli scenari di rischio che richiedono un elevato livello di cybersecurity nell’Unione Europea. Il contributo evidenzia che, a causa delle tensioni geopolitiche in corso, la minaccia cibernetica sta aumentando sensibilmente e con essa il numero di attacchi, sia nel privato che nel pubblico, anche in Italia.

Secondo il Consorzio, nel breve termine andrebbe valutato attentamente il rischio di affidare i dati strategici nazionali a fornitori di tecnologie estere nel settore del cloud computing.

“A fronte delle novità introdotte dalla disciplina europea della direttiva NIS2 andrebbe ulteriormente considerata una strategia di politica interna per la diversificazione delle soluzioni cloud a cui si affidano i servizi della nostra pubblica amministrazione, in modo da ridurre, fino a eliminare, la dipendenza da soluzioni tecnologiche extraeuropee” spiega Michele Zunino, Presidente del Consorzio Italia Cloud e Amministratore Delegato di Netalia.

Michele Zunino, Presidente Consorzio e AD Netalia

Il cyberspazio, si legge nel documento, è diventato un luogo molto difficile da difendere e di conseguenza da governare; i disservizi causati dalle interruzioni delle comunicazioni, delle forniture di energia e gas o delle elezioni possono essere tanto gravi da mettere in pericolo la sicurezza dell’intero Paese.

Il perdurare del contesto di conflitto aumenta il rischio di fare affidamento su pochi fornitori critici esteri; per questo, il Consorzio Italia Cloud suggerisce di ridurre la dipendenza da prodotti o servizi extraeuropei, al fine di sviluppare un’economia interna della conoscenza capace di potenziare le regole di cybersicurezza.

Il Conrsozio chiede inoltre di porre maggiore attenzione al tema della fornitura di servizi cloud da parte di un soggetto considerato sotto la giurisdizione di un altro Stato Membro o i cui sistemi informativi e di rete si trovino sul territorio di altri Stati membri, ma i cui servizi siano disponibili sul territorio nazionale italiano.

Le criticità che potrebbero emergere da questa situazione sono varie, ma il rischio principale indicato dal Consorzio è che potrebbe verificarsi il “forum shopping“, ovvero “la scelta della sede principale da parte dell’operatore sulla base di ragioni opportunistiche al fine di garantirsi una giurisdizione più vantaggiosa“.

Per ridurre la dipendenza tecnologia da servizi esteri e migliorare le difese cibernetiche del Paese, il Consorzio chiede la valorizzazione delle imprese italiane attive nell’ambito del cloud e della cybersicurezza. Più che su un “campione nazionale”, occorre puntare sulla creazione di un ecosistema industriale distribuito su tutto il territorio e formato non solo da startup, ma anche dalle PMI esistenti, comprese le in-house regionali.

“Quando un Paese come l’Italia affida i dati critici a operatori esteri extraeuropei, anche nel caso in cui fossero in partnership con operatori locali ma con la sede stabile in un altro Stato Membro, occorrerà valutare fin da principio che potrebbe perderne il controllo. Per sempre” conclude Zunino

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