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Lug 22, 2020 Marco Schiaffino In evidenza, News, Prodotto, RSS, Tecnologia 0
Con la riapertura delle aziende e la conseguente possibilità per gli amministratori IT di intervenire sui sistemi, Microsoft ha deciso di revocare la sospensione della messa al bando dei protocolli TLS 1.0 e 1.1 originariamente prevista per giugno.
La sospensione era stata decisa per evitare di creare problemi alle aziende, che a causa della pandemia da Covid-19 si trovavano costrette a gestire i sistemi in remoto e a fronteggiare notevoli difficoltà anche a lavorare con partner e fornitori.
A partire dal prossimo 15 ottobre, quindi, per utilizzare Office 365 sarà necessario usare TLS 1.2. I vecchi protocolli di crittografia, infatti, sono considerati vetusti e insicuri.
Il passaggio rischia di essere complesso, soprattutto perché gli amministratori spesso non hanno nemmeno una mappatura affidabile dei servizi che utilizzano i vecchi protocolli.
Per questo motivo, Microsoft ha rilasciato una documentazione per gestire il passaggio e uno (serve un account Microsoft per scaricarlo da questo indirizzo) per aiutare i tecnici a identificare i servizi e i dispositivi che usano TLS 1.0 e 1.1.
In particolare, dalle parti di Microsoft suggeriscono di eseguire una analisi del traffico e una scansione completa dei dispositivi, oltre a una serie di test per verificare l’impatto della disabilitazione dei protocolli obsoleti.
I vecchi protocolli, come annunciato nell’ormai lontano ottobre 2018, verranno abbandonati anche su tutti i browser più diffusi proprio nel corso di quest’anno. Apple, Mozilla, Google e Microsoft hanno però modificato le date di questo passaggio proprio a causa delle difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19.
Gli utenti, in ogni caso, avranno la possibilità di abilitare i vecchi protocolli sui loro browser. Una possibilità, questa, che rappresenta una sorta di “salvagente” per chi si trovasse comunque in difficoltà nell’aggiornamento di servizi essenziali.
I siti Internet che usano ancora TLS 1.0 1.1, secondo le stime più recenti (marzo 2020) sarebbero una minoranza. Solo 850.000 su circa 1,7 miliardi di siti complessivi nel World Wide Web.
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