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Nov 29, 2020 Alessandra Venneri Kaspersky Partner Space 0
La scorsa primavera, su Linkedin circolava un meme con un sondaggio in cui veniva chiesto a chi leggeva chi fosse alla guida della trasformazione digitale della loro azienda. A sorpresa la risposta evidenziata non era né il CEO né un top manager, ma il COVID-19.
Questa immagine rappresenta in maniera perfetta come lo scoppio della pandemia abbia costretto molte aziende a implementare con urgenza nuove tecnologie o a riconsiderare il proprio modello di business. Adesso che alcuni Paesi si stanno scontrando con la seconda ondata del virus e si trovano costretti ad adottare nuove misure di distanziamento sociale, sorgono nuovi quesiti.
In un periodo così complicato e incerto, le aziende dovrebbero comunque investire in innovazione a lungo termine? O potrebbe essere meglio focalizzarsi sul proprio core business, conservando i capitali per gli investimenti in attesa di un futuro più certo e stabile?
Questa estate Kaspersky, con l’aiuto di Savanta, società che si occupa di ricerche indipendenti, ne ha parlato con i responsabili dell’innovazione nelle aziende. A loro avviso, quelli che seguono sono i tre aspetti principali che hanno favorito il loro lavoro durante la pandemia.
Lo scoppio della pandemia ha portato sia le aziende che i cittadini a trovarsi in una situazione completamente nuova, senza che la si potesse prevedere o che ci si potesse preparare per affrontarla. Le persone hanno dovuto modificare i loro progetti. Le imprese, invece, hanno dovuto sospendere o quantomeno rivedere profondamente la loro strategia di sviluppo come ad esempio l’apertura di nuovi uffici o la partecipazione a eventi dal vivo.
Inoltre, come evidenziato dall’indagine, sia nel contesto B2B che in quello B2C i clienti si aspettano che siano le aziende a guidarli in questo periodo complicato, condividendo con loro esperienza e conoscenze necessarie. Di conseguenza, proporre nuovi progetti in grado di risolvere i problemi dei clienti contribuirà ad aumentare la loro fiducia nel brand. Queste aspettative sono un terreno fertile per esplorare nuove opportunità di business.
Innanzitutto, i clienti sono molto più inclini a condividere esigenze e punti deboli. Si tratta di insight che contribuiscono ad aumentare la possibilità di ricevere richieste per i futuri progetti. Sicuramente un numero più alto di richieste da parte dei clienti potrebbe tradursi in un aumento della mole di lavoro, ma esiste la convinzione che questa si rivelerà una “sfida positiva” per le imprese.
Inoltre, le imprese che lavorano con clienti aziendali hanno notato un cambio di mentalità. In precedenza, i clienti erano convinti che il loro modo di lavorare fosse efficace ed erano restii a provare nuove opzioni. Ora, in questo nuovo contesto, sono più inclini a introdurre delle novità, specialmente quelle che permettono una riduzione dei costi o che alleggeriscono il carico di lavoro. Per le aziende questa è l’occasione di verificare rapidamente se un’idea soddisfa le esigenze del cliente e se necessario perfezionarla.
I responsabili dei dipartimenti dedicati all’innovazione con cui abbiamo parlato, hanno sottolineato come anche i processi aziendali delle loro società abbiano subito delle modifiche. Non è certo un segreto che nonostante abbiano grandi disponibilità di risorse umane ed economiche, le grandi aziende possano avere più difficoltà a innovare rispetto a una startup.
Ci sono molti iter amministrativi e procedure di approvazione che se da un lato impediscono all’azienda di fallire, dall’altro lato sono dispendiose in termine di tempo. Il risultato è che la compagnia potrebbe arrivare in ritardo nell’introdurre sul mercato una nuova proposta. I risultati dello studio lo confermano: il 40% degli intervistati ha concordato nel dire che le aziende di grandi dimensioni sono meno innovative perché i loro processi decisionali richiedono tempi troppo lunghi.
Tuttavia, in questo momento le aziende non possono più permettersi di agire in questo modo. La pandemia ha obbligato le imprese a fare le cose in modo diverso e in tempi più rapidi. Ad esempio, uno dei responsabili dei processi innovativi che ha partecipato all’indagine ci ha raccontato di un progetto che, in condizioni normali, avrebbe richiesto due anni per essere portato a termine, mentre nel contesto attuale è stato ultimato in due mesi. In sostanza, non bisogna perdere l’opportunità di velocizzare i processi e alleggerire la burocrazia.
Secondo quanto emerso da un sondaggio di Gartner, quest’anno il 51% dei Chief Financial Officers prevede una riduzione delle entrate del 30%. Questa situazione potrebbe portare le aziende a modificare i propri piani di investimento.
Ai responsabili dei processi innovativi delle aziende coinvolti nel sondaggio è stato chiesto quali cambiamenti subiranno gli investimenti nel loro dipartimento in tempi difficili. Il 67% degli intervistati ha dichiarato che il budget destinato all’innovazione della propria azienda è protetto in caso di difficoltà economiche. Sostengono inoltre che, la pandemia abbia reso l’innovazione ancora più importante.
Non rappresenta una spesa di cui farsi carico ma una soluzione alle difficoltà finanziarie. Adottare un nuovo approccio alla gestione delle operazioni consentirebbe un risparmio economico. Ad esempio, in questo momento il dipartimento di Kaspersky responsabile della sicurezza informatica industriale non può incontrare fisicamente i clienti per condurre progetti pilota e identificarne esigenze e problemi, come ad esempio le vulnerabilità.
Per rispondere a questa esigenza è stato sviluppato un dispositivo hardware che può essere facilmente implementato dai clienti stessi. Il tool in questione raccoglie tutti i dati telemetrici necessari per un rapporto di audit. Quello che abbiamo ottenuto adottando questo nuovo approccio è stato un risparmio economico poiché realizzare e inviare questo tool ai clienti è risultato più economico di organizzare un viaggio di lavoro per un dipendente.
Gli esperti ipotizzano che alcune aziende potrebbero cambiare definitivamente dopo la pandemia. Ad esempio, potrebbe accadere che le persone si comportino diversamente e invece di frequentare ristoranti affollati o visitare negozi veri e propri, preferiscano servizi d’asporto e acquisti online. Esistono interi settori che potrebbero scomparire. Ciò significa che le organizzazioni coinvolte non potranno più permettersi di prendere tempo e agire come hanno fatto fino ad ora. Quindi, nonostante una strategia prudente possa sembrare vantaggiosa sul breve termine, a lungo andare potrebbe portare a conseguenze disastrose.
Tutto sommato questo è il momento giusto per le aziende di essere innovative e all’avanguardia e di accompagnare i propri clienti lungo questo percorso di cambiamento. Le imprese non dovrebbero puntare solo a rimanere a galla, ma dovrebbero valutare come comportarsi per prepararsi al futuro.
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