Aggiornamenti recenti Dicembre 11th, 2024 9:00 AM
ServiceNow è una società da 4,5 miliardi di dollari il cui software è utilizzato da oltre 20.000 aziende per gestire il proprio flusso di lavoro digitale, come riporta un articolo di Threatpost. In base a un report pubblicato da AppOmni, però, la maggior parte dei suoi clienti ha errori di configurazione che li espongono al furto di dati.
Alla base del problema sono la configurazione delle ACL (ossia Access Control Lists o liste di tracciamento degli accessi) che tengono traccia dei permessi in un ambiente IT, e un’eccessiva concessione i permessi a utenti guest.
Tipicamente le aziende usano il role-based access control (o RBAC, in italiano: controllo degli accessi basato sui ruoli) per determinare a quali risorse possano accedere i vari utenti di un sistema. Ognuno può interagire con ciò che è di sua pertinenza ma non può accedere al resto.
Per aziende che si rivolgono al pubblico, anch’esso rientra nel quadro del RBAC. Stabilisce infatti quali parte dei dati dell’azienda, che per esempio possono far parte di un forum, un negozio online o un sito di assistenza clienti, sono accessibili a tutti. La sfida è mantenere il livello di accesso corretto quando le organizzazioni aggiornano o personalizzano applicazioni SaaS o registrano nuovi clienti.
Ciò che i ricercatori di AppOmni hanno scoperto non è un difetto di ServiceNow ma un errore commesso dai suoi clienti. Hanno anche sottolineato che gli errori di configurazione sono comuni in molte grandi piattaforme SaaS, a causa della complessità legate al numero, alla flessibilità e all’estensibilità delle loro funzioni.
Gli errori avvengono tipicamente nella fase di implementazione iniziale della piattaforma SaaS, oppure quando cambiano utenti e impostazioni oppure nel corso degli aggiornamenti che possono avere un impatto sulla configurazione.
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