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Lug 19, 2022 Giancarlo Calzetta Approfondimenti, Mercato, Tecnologia 0
Acronis è un’azienda che deve buona parte della sua fama ai suoi prodotti di backup, lanciati ormai quasi due decenni fa e successivamente sviluppati per adattarsi alle necessità delle aziende e dei tempi. Ancora oggi, buona parte degli introiti deriva dai suoi prodotti di backup che cerca di tenere al massimo livello per quello che riguarda le performance sia in termini di costruzione, sia in termini di ripristino.
Alla replica nuda e cruda dei dati si sono affiancate alcune funzioni di resilienza e disaster recovery avanzato, che ha anche richiesto l’estensione nel cloud e una ridotta latenza per ottimizzare alcune operazioni.
Non a caso, l’azienda continua ad aprire datacenter dedicati alle singole regioni geografiche e il turno dell’Italia è arrivato a febbraio di quest’anno, quando è stato inaugurato quello di Roma che va ad aggiungersi a tutti gli altri presenti in varie nazioni del mondo.
Il grande vantaggio di avere tutti questi datacenter consiste nel poter trasportare nel cloud i servizi di backup con costi molto contenuti, quindi abbordabili anche per le piccole e medie imprese, incorporando alcuni concetti di resilienza che sono di solito disponibili solo in fasce di mercato più alte. Servizi come il ripristino di macchine non più disponibili in locale direttamente dall’immagine nel cloud possono fare la differenza per quelle aziende che si trovano a fronteggiare un’emergenza con risorse limitate.
Con una tecnologia affidabile e riconosciuta per quello che riguarda i backup, quindi, Acronis ha deciso di fare un passo in più ed estendere il proprio campo d’azione dalla “sola” protezione dei dati alla sicurezza informatica. “Il passo” – ci dice Denis Cassinerio, country manager per l’Italia di Acronis – “è stato naturale. Dal momento che abbiamo un agente sugli endpoint che serve a gestire la data protection, perché non usarlo anche per la cyber security e aiutare le aziende a consolidare interfacce e numero di fornitori?”
Ma fare cybersecurity non è una cosa semplice. Non si creano tecnologie, procedure e strutture in una notte. Infatti, sono ormai diversi anni che Acronis si è lanciata nel settore e dopo un inizio giocoforza limitato dalla fase di “startup” i risultati si vedono.
Da una sola console in cloud, infatti, la piattaforma di Acronis permette di gestire gli “ovvi” backup e la parte di disaster recovery, ma adesso si aggiungono la parte di detection, la protezione della posta elettronica e la data loss prevention, con molte altre funzioni che verranno aggiunte nel corso dell’anno, come la parte di automazione della risposta.
Questo approccio, quindi, è un po’ diverso da quello che caratterizza molti altri vendor. Per Acronis, la cyber security è necessariamente affiancata alla data protection, tanto che i centri di compentenza, ricerca e servizi non sono chiamati SOC, ma CPOC ovvero Cyber Protection Operation Center.
L’utilizzo dei dati, infatti, diventerà sempre più cruciale per le aziende, soprattutto in ottica di trasformazione digitale e oltre a proteggerne l’accesso sarà anche indispensabile poter esser certi della loro geniunità.
Gestire, quindi, la sicurezza partendo da una soluzione che ha come uno dei pilastri fondamentali la garanzia dell’originalità del dato fornisce un cambio di prospettiva che piace a molti MSP, i partner che si stanno facendo principali portavoce dell’azienda sul mercato.
“In futuro” – conferma Cassinerio – “le aziende prenderanno sempre più coscienza del fatto che il dato può essere attaccato in maniera più subdola che non tramite azioni plateali e immediate quali il ransomware o il furto. Cosa succede se iniziano a sparire dei record dal database di una banca, portando alla cancellazione di alcune, poche, utenze per volta?”
E cosa succederebbe, aggiungiamo noi, a quelle aziende che finalmente riescono a implementare un business data driven se poi dovessero scoprire che dei pirati stanno avvelenando la loro base dati da settimane se non mesi?
Denis Cassinerio si dice convinto che la visione di Acronis si rivelerà vincente nei prossimi anni e noi non abbiamo dubbi sul fatto che sia un approccio valido, soprattutto alla luce di come cambieranno le aziende nel breve periodo. L’azienda continua a espandersi investendo molti milioni di dollari in tutto il mondo, come accaduto di recente in Israele o come dimostra l’annuncio del piano da 30 milioni previsto per il Vietnam. Basteranno i soldi per arrivare a un’offerta organica e completa? No, ma la roadmap che abbiamo visto è ben strutturata e l’offerta attuale si adatta bene a una richiesta del mercato molto precisa. Le basi perché Acronis diventi un’azienda che può dire la sua sulla cybersecurity a tutto tondo ci sono tutte.
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