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Mag 02, 2017 Marco Schiaffino News, RSS, Vulnerabilità 0
I sistemi di controllo remoto sono sempre un’arma a doppio taglio: basta un piccolo errore e si trasformano in una perfetta backdoor utilizzabile per un attacco.
È quello che è successo a Intel, che ieri ha pubblicato un avviso di sicurezza annunciando la correzione di una vulnerabilità critica nelle sue tecnologie Active Management Technology, Small Business Technology e Standard Manageability.
Si tratta di funzioni riservate alle famiglie di prodotti pensati per le aziende e il mondo enterprise, che consentono il controllo in remoto delle macchine attraverso le porte 16992 e 16993.
La vulnerabilità (CVE-2017-5689) è stata scoperta da Maksim Malyutin di Embedi solo lo scorso marzo e permette a un’attaccante non autenticato di elevare i privilegi e, potenzialmente, avviare l’esecuzione di codice in remoto. Le versioni del firmware vulnerabili sono quelle comprese tra la 6 e la 11.6.
La gestione in remoto è una bella comodità per gli amministratori IT. Finché non sfugge di mano…
Stando a quanto riportato dalla stessa Intel, per portare l’attacco è necessario che la porta utilizzata per la funzione di controllo in remoto sia esposta su Internet (o l’attaccante abbia accesso alla rete) ma non tutte le macchine equipaggiate con le CPU Intel che supportano la funzione sarebbero vulnerabili.
Le tecnologie in questione, infatti, non sono attivate per impostazione predefinita e, di conseguenza, la falla metterebbe a rischio solo le workstation per cui è stato previsto specificatamente l’utilizzo della funzione.
A margine della vicenda c’è anche un piccolo giallo: nonostante la comunicazione della vulnerabilità sia stata resa pubblica solo ieri, su Twitter qualcuno ha fatto notare che nel corso del mese precedente sono stati rilevati tentativi di scansione sulle porte 16992 e 16993. Una fuga di notizie o solo qualche test interno?
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