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Nov 23, 2017 Marco Schiaffino Attacchi, In evidenza, Malware, News, RSS 1
I primi allarmi erano arrivati già qualche anno fa, quando tutti i ricercatori di sicurezza hanno previsto un’ondata di attacchi nei confronti dei dispositivi mobile. Non sbagliavano: nel 2017 smartphone e tablet sono sottoposti a un vero bombardamento da parte dei pirati informatici.
A confermarlo è G Data, che ha pubblicato i dati relativi ai malware per Android (che rimane e probabilmente rimarrà il sistema operativo più bersagliato) ottenuti attraverso le loro reti di rilevamento.
Stiamo parlando di numeri spaventosi: Da gennaio a settembre i ricercatori hanno infatti identificato la bellezza di 2.258.387 nuovi ceppi di malware per Android (810.965 solo nel trimestre estivo) con una media di 8.815 nuovi rilevamenti al giorno, circa uno ogni nove secondi.
Il motivo di questo boom di malware? Le cause sono molteplici. La più ovvia è legata al fatto che Android è sicuramente il sistema più diffuso, ma anche le caratteristiche dell’ecosistema creato da Google aiutano a rendere il robottino un bersaglio ideale per i cyber-criminali.
Oltre alla piaga dei market “non ufficiali” che riducono il livello di controllo sulle app rese disponibili agli utenti, uno dei problemi più spinosi riguarda le falle di sicurezza, che spuntano come funghi con una frequenza inquietante.
Certo, Google si da un gran da fare per correggere le vulnerabilità, ma il sistema degli aggiornamenti fatica a contrastare la frequenza degli attacchi. Un po’ perché la filiera di sviluppo e distribuzione degli aggiornamenti (rapidissima per Nexus e altri modelli di punta, molto più lenta per altri dispositivi) è decisamente migliorabile.
Un po’ perché alcuni aggiornamenti, soprattutto quelli che riguardano l’architettura del sistema, interessano solo le nuove versioni di Android. E qui il problema diventa gigantesco.
Secondo quanto riporta G Data nel suo report, infatti, su scala globale solo il 18% degli utenti Android ha installato la versione 7.0 del sistema operativo (vecchia già di un anno) e sarebbero ancora meno quelli che utilizzano la nuova versione (8.0) Oreo.
La maggior parte dei dispositivi in circolazione, quindi, sono ancora vulnerabili a forme di attacco che dovrebbero invece essere ormai archiviate nella categoria “risolte”.
E a peggiorare la situazione (ma questa non è una novità) ci si mette il fatto che solo il 30% degli utenti utilizza una soluzione di sicurezza sul dispositivo. In condizioni del genere, l’esplosione di malware per i dispositivi basati sul sistema Google rischia di trasformarsi in una vera apocalisse.
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