Aggiornamenti recenti Aprile 11th, 2025 3:57 PM
Apr 08, 2019 Marco Schiaffino In evidenza, Malware, News, RSS, Scenario, Tecnologia 0
Bitcoin e altre cripto-valute rimangono il metodo preferito dai pirati informatici per riempirsi le tasche tecniche ai danni delle loro vittime.
Secondo i ricercatori del team X-Force di IBM, però, la strategia dei cyber-criminali si sta lentamente evolvendo. Come spiega Charles DeBeck in un report pubblicato su Internet, la sbornia legata all’uso di JavaScript inseriti all’interno di siti Internet (Crypto-Jacking) sta passando e i pirati puntano sempre più spesso sui malware.
Il motivo? Una questione di efficacia. Il Crypto-Jacking, infatti, fa comunque leva sul browser delle vittime e consente di sfruttare solo una parte della potenza di calcolo del computer per generare cripto-valuta. L’uso di veri e propri malware permette invece di agire con maggiore libertà.
Nel corso del 2018 il Crypto-Jacking l’ha fatta da padrone, come confermano i casi registrati dalle società di sicurezza.
Il progressivo abbandono del Crypto-Jacking è dovuto a numerosi fattori. IL primo riguarda il fatto he hanno cominciato a comparire strumenti specializzati per rilevare la presenza di JavaScript sui siti che visualizzano un avviso agli utenti quando uno di questi è presente.
Contemporaneamente, molti software antivirus hanno cominciato a rilevare i JavaScript di questo tipo e segnalarne la presenza.
Non ultimo, c’è da considerare l’abbandono di CoinHive, uno degli script più usati per questo scopo e di cui abbiamo parlato ampiamente in questo articolo.
In particolare, la questione si focalizza sulle diverse caratteristiche delle varie cripto-valute. I JavaScript sui siti Internet (come CoinHive) possono avere buone prestazioni solo quando generano Monero, una valuta digitale i cui algoritmi di elaborazione sono ottimizzati per i calcoli della CPU.
La maggior parte delle cripto-valute, però, forniscono prestazioni migliori quando si sfrutta il processore grafico e, per farlo, è necessario avere un livello di accesso al sistema più “profondo”.
Ecco perché i cyber-criminali sembrano aver deciso di puntare con decisione sulla diffusione di malware, investendo anche nell’evoluzione del codice usato per impedire che gli antivirus siano in grado di individuarli.
Un esempio di questo tipo di evoluzione è la comparsa di GhostMiner, un malware “fileless”, residente cioè solo in memoria e che è di conseguenza molto più difficile da individuare rispetto a quelli tradizionali.
Lug 29, 2024 0
Ott 27, 2023 0
Mar 27, 2023 0
Mar 13, 2023 0
Apr 11, 2025 0
Apr 11, 2025 0
Apr 10, 2025 0
Apr 09, 2025 0
Apr 09, 2025 0
Gli agenti di IA stanno diventando sempre più capaci, in...Apr 07, 2025 0
I file PDF possono diventare molto pericolosi: stando a una...Apr 04, 2025 0
L’Italia è tra i principali obiettivi del cybercrime...Apr 02, 2025 0
La Corea del Nord sta incrementando le proprie attività...Apr 01, 2025 0
Se da una parte i tool di Remote Monitoring and Management...Gen 29, 2025 0
Con l’avvento dell’IA generativa...Ott 09, 2024 0
Negli ultimi anni sempre più aziende stanno sottoscrivendo...Ott 02, 2024 0
Grazie al machine learning, il Global Research and Analysis...Set 30, 2024 0
Il 2024 è l’anno delle nuove normative di sicurezza:...Mag 21, 2024 0
Una delle sfide principali delle aziende distribuite sul...Apr 11, 2025 0
La gestione delle identità macchina è il punto critico...Apr 11, 2025 0
Gli attacchi di Shuckworm (a.k.a. Gamaredon) non si...Apr 10, 2025 0
I ricercatori di Kaspersky hanno scoperto che ToddyCat, un...Apr 09, 2025 0
Gli agenti di IA stanno diventando sempre più capaci,Apr 08, 2025 0
Borys Musielak, un ricercatore di sicurezza, ha utilizzato...